PAESE CHE VAI, USANZE CHE TROVI Parte I

Maldive

Viaggiare costituisce senza dubbio uno dei modi migliori per ampliare le proprie conoscenze sulle diverse culture esistenti nel mondo.

In ogni nuovo Paese che visitiamo ci accorgiamo subito dei differenti stili di vita che caratterizzano e regolano la quotidianità per clima, religione, economia, struttura politica ed abitudini delle varie popolazioni, tant’è che chiunque decida di trasferirsi per un periodo più o meno lungo in uno Stato diverso dal proprio deve necessariamente adattarsi, almeno in parte, a queste usanze.

Anche nel corso di un breve soggiorno di vacanza si incontreranno regole ed abitudini differenti, seppur spesso abbastanza moderate qualora ad esempio ci si rechi in un villaggio turistico a gestione italiana.

E per quanto riguarda la subacquea?

In realtà è proprio in questo settore che le differenze sono meno evidenti: le regole sono più o meno le stesse in ogni angolo del mondo, soprattutto da quando le didattiche internazionali si sono diffuse praticamente ovunque.

Così potrà capitare di immergersi con un gruppo quanto mai disomogeneo di subacquei venuti dalle diverse parti del globo ed accorgersi che sott’acqua ci si può facilmente intendere anche con un compagno giapponese piuttosto che australiano.

Tuttavia alcune differenze permangono e sono per lo più legate in parte alla legislazione locale o al tipo di didattica seguita dal centro cui ci si appoggia, ma soprattutto sono dipendenti dalla logistica del posto, dall’imbarcazione utilizzata e dalle caratteristiche specifiche del mare, lago od oceano in cui ci si appresta ad immergere.

Da legge a legge

La legge sarà anche uguale per tutti, ma spesso non lo è in ogni luogo.

La pesca subacquea con le bombole è ormai vietata da anni in tutto il mondo.

Pescare con il fucile in apnea, invece, è permesso in Italia (tranne nelle zone costituite Parco Marino), come lo è del resto in Grecia ed in varie zone dei Caraibi, mentre è decisamente vietato in mar Rosso o alle Maldive ed in parecchie zone della Corsica.

Sempre in Grecia, a causa della presenza di manufatti archeologici, è vietata l’immersione con le bombole, tranne in alcune zone dove un’apposita commissione ministeriale ha “aperto le acque” (Glifada, Corfù, Cipro, Rodi e in poche altre isole, ma comunque solo in aree ristrette ben definite).

L’immersione notturna vi è comunque vietata, così come lo è anche su alcune parti delle nostre stesse coste per regolamentazione emanata dalle locali Capitanerie di Porto, o in Costa Rica, dove la presenza di numerosi branchi di squali consiglia l’astensione anche dal semplice bagno dopo il tramonto.

Ras Mohammed Egypt

Nel Parco Marino di Sharm el Sheikh, in Sinai, è vietato l’uso dei guanti in immersione per evitare che, con le mani protette, si possa essere più portati a toccare e danneggiare gli organismi marini, come pure è vietato portare il coltello, strumento che è concesso avere solo alle guide regolarmente autorizzate.

In Mediterraneo, invece, guanti e coltello sono fortemente consigliati (anche se non per legge), i primi per proteggersi dal freddo, il secondo per poter meglio districarsi nel caso, seppur remoto, di aggrovigliamento in una delle numerose lenze e reti che giacciono un po’ ovunque abbandonate sul fondo.

Singola, Full-day o two tanks dive?

Nella maggior parte dei Centri Sub in Italia ed in molti villaggi alle Maldive o alle Seychelles si è soliti condurre una singola immersione in mattinata, mentre una seconda uscita viene programmata nel pomeriggio, permettendo così il rientro a terra dopo ogni immersione e quindi la scelta tra una giornata tutta dedicata alla subacquea o semplicemente un’escursione di poche ore.

Se in questi luoghi i full-day, dedicati al raggiungimento di mete più lontane, sono occasionali (in genere una volta alla settimana), altrove, come in Mar Rosso o in Thailandia, il fatto di partire in barca al mattino per un’escursione che dura tutta la giornata è invece la norma, spesso obbligata dal fatto che i siti di immersione più belli distano due o anche più ore di navigazione dal punto di partenza.

Se questo tipo di organizzazione da una parte risulta più comodo in quanto riduce la fatica di trasportare avanti e indietro l’attrezzatura (che spesso può essere lasciata a bordo per tutta la settimana di immersioni), può costituire uno svantaggio per coloro che sono in vacanza con tutta la famiglia, costretti a scegliere tra il fare immersioni o restare a terra per dedicare la giornata ai familiari che non praticano questo sport o ai figli ancora piccoli.

Per ovviare a ciò, in alcune località come i Caraibi è d’uso praticare la subacquea utilizzando la “two tanks dive”, cioè programmando due immersioni separate da un breve intervallo di superficie, giusto il tempo di spostarsi da un sito di immersione ad uno contiguo e di cambiare bombola, il tutto in un’unica uscita.

Questa metodica ha il vantaggio di eseguire due immersioni con un solo trasporto dell’attrezzatura e di poter rientrare a terra abbastanza presto (in genere per ora di pranzo), in modo da avere poi tutto il tempo da dedicare ad altri svaghi o alla famiglia.

Continua…

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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