Quale Computer? (seconda parte)

Che computer scelgo?

aladin1298Con tanti modelli ormai a disposizione, al  momento dell’acquisto ci si pone quindi la fatidica domanda: quale scelgo?

I computer si differenziano tra loro oltre che sotto il profilo estetico, la visibilità dello schermo e per la presenza o meno di alcune delle funzioni accessorie e quindi di costo, soprattutto per il tipo di algoritmo che contengono e cioè per quel particolare modello matematico tramite il quale i dati ricevuti vengono elaborati e forniti all’utente sotto forma di tempi di permanenza alle varie profondità.

E’ proprio in base a questo tipo di programma che possiamo imbatterci, di volta in volta, in computer definiti restrittivi” o “permissivi”.

I computer permissivi ci “permettono”, appunto, di rimanere più tempo alle profondità maggiori, segnalando meno obblighi di decompressione; quelli restrittivi viceversa penalizzano la permanenza sul fondo segnalando, in definitiva, che occorre risalire prima o, in alternativa, che bisogna effettuare tappe di deco maggiori.

Per capire se un modello va catalogato nella prima o seconda categoria basta verificare i tempi di permanenza consentiti alle varie profondità attraverso lo “scrolling”.

L’effettiva validità di un computer consiste, secondo noi, nell’essere conforme alle caratteristiche psico-fisiche di chi lo impiega ed all’utilizzo che se ne intende fare e sarà proprio su questi elementi che si dovrà basare la scelta del proprio computer.

Per rendere meglio l’idea potremmo equiparare l’acquisto del computer a quello di un’automobile: mi serve un’utilitaria o un’auto sportiva?

Per rispondere a questa domanda dovremmo analizzare le nostre abitudini ed attitudini:

  • Sono un neopatentato o guido da anni?
  • Di solito ho una guida “sportiva” o sono un prudente di natura?
  • Viaggio quasi sempre solo in città o vado molto spesso in autostrada?

Per quanto concerne la subacquea, l’analisi da fare è:

  • Sono un giovane, subacqueo da poco, o ho superato la quarantina (di anni di età) e sono un sub esperto?
  • Mi piace il brivido della profondità o amo le lunghe immersioni trascorse ad ammirare i pesci ed i coralli?

Ma la domanda che più di ogni altra occorre porsi è:

  • Quante immersioni effettuo all’anno ed in quali condizioni?

Resize of heinrichsweikamp_ostc_2n_2_logbookPer ridurre al minimo i rischi di MDD con la scelta di un computer idoneo al proprio “profilo subacqueo” è fondamentale analizzare infatti che tipo di sub siamo: un professionista che compie centinaia di immersioni all’anno o un subacqueo vacanziero che ne compie poche decine?

Appare subito ovvio che queste due tipologie di sub, volutamente agli antipodi, non possono utilizzare lo stesso tipo di computer.

Senza dilungarci in particolari tecnici lunghi e complicati (che sono già stati affrontati in articoli precedenti) possiamo affermare in linea di massima che persone giovani, in buone condizioni fisico-atletiche, che amano la subacquea ricreativa e che non effettuano moltissime immersioni possono optare per un computer di tipo più permissivo, mentre i subacquei un po’ “datati”, quelli che amano i profili più impegnativi o che effettuano molte immersioni dovrebbero propendere per un computer un po’ più restrittivo.

download (4)Il computer è sicuramente un utilissimo ed ormai irrinunciabile compagno di immersioni, in grado di farci effettuare immersioni prolungate rispetto alle tabelle in tutta sicurezza, purché venga utilizzato razionalmente, non delegandogli tutte le responsabilità dell’immersione e non sopravvalutandone le capacità.

In pratica bisogna conoscere sé stessi ed il proprio computer, impiegandolo nel rispetto delle norme di buon senso che sono insite nello svolgimento dell’attività subacquea di carattere ricreativo, non dimenticandosi di collegarlo ad un altro importantissimo ed imprescindibile sensore: il nostro cervello.

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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