Nato nel 1982 in Svizzera dalla collaborazione tra Hahn e Hass per la Divetronic AG con il nome Decobrain come naturale evoluzione del decompressimetro di De Sanctis ed Alinari, il computer subacqueo è stato lo strumento che forse più di ogni altro ha stravolto il modo di “fare subacquea” negli ultimi anni, soppiantando quasi del tutto le immersioni quadre ed introducendo il concetto di immersione multilivello.
Sia le tabelle che i computer hanno lo scopo di ottimizzare i tempi di fondo con il minor rischio di comparsa dei sintomi di Malattia da Decompressione (MDD), ma i moderni computer hanno, rispetto alle tabelle, numerosissimi vantaggi pratici, soprattutto se vengono usati in maniera razionale e corretta.
La funzione fondamentale del computer è quella di simulare, per ciascun tempo reale trascorso alle varie profondità, l’assorbimento ed il rilascio d’azoto da parte dei tessuti, evitando così le approssimazioni del calcolo basato sull’immersione quadra.
La quantità d’azoto assorbita dai vari tessuti nel corso di un’immersione multilivello elaborata al computer è, infatti, sicuramente inferiore a quella che risulterebbe calcolando tutto il tempo trascorso sott’acqua alla massima profondità raggiunta, così come è d’obbligo fare se invece si impiegano le tabelle.
Ciò consente di effettuare immersioni prolungate o, viceversa, effettuare tappe di decompressione molto più brevi pur rimanendo ampiamente entro i limiti della curva di sicurezza.
Già solo questo di per sé basterebbe a rendere i computer molto più “flessibili” delle tabelle, ma essi possiedono inoltre tutta una serie di funzioni che li rendono utilissimi sia in acqua che fuori.
• Tutti i dati inerenti l’immersione riuniti in un unico strumento
• Limiti di non decompressione aggiornati momento per momento nel corso dell’immersione
• Controllo della velocità di risalita che, in alcuni modelli, risulta differenziata in base alla profondità
• Tempi e quote delle eventuali tappe di Deco
• Intervallo di superficie e tempi di fondo per le ripetitive
• Programma per immersioni in altitudine
• Indicazioni per il non volo dopo l’immersione
• Manometro elettronico integrato basato sul ritmo respiratorio
• Memoria dei dati delle ultime immersioni effettuate
• Simulatore di immersioni
• scheda di interfaccia con PC
e, in alcuni più sofisticati modelli, anche:
• Bussola elettronica
• Cardiofrequenzimetro
• Gestione gas iperossigenati (NITROX)
Grazie a ciò il computer subacqueo ha ottenuto uno straordinario successo di mercato con moltissimi modelli attualmente in commercio e, con essi, il dilemma della scelta del “computer migliore”.
Il problema è che sia i computer che le tabelle sono in grado di simulare, ma non di riprodurre esattamente ciò che avviene nella realtà sull’effettivo assorbimento e rilascio d’azoto da parte dei tessuti, soprattutto in situazioni particolari (freddo, fatica) in quanto il loro sistema di calcolo è puramente teorico e statistico, cioè si basa su un modello matematico di natura probabilistica.
Età, sesso, massa corporea, eventuali patologie passate o in corso, allenamento alle immersioni, fumo, assunzione di farmaci, alcool e/o droghe sono solo alcune delle tante variabili in grado di alterare il bilancio di azoto del nostro organismo e, quindi, di far variare tra individuo ed individuo la soglia di comparsa dei sintomi di MDD, tutti fattori che il computer non può ancora prendere in considerazione nell’elaborazione dei suoi dati.
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Nessuno strumento di calcolo inoltre è ancora in grado di simulare correttamente l’assorbimento ed il rilascio di azoto in caso di immersioni con profili particolari, come le immersioni inverse o quelle a jo-jo con elevati sbalzi di quota, immersioni in cui la formazione di micro-bolle risulta decisamente maggiore ed in taluni casi a rischio di comparsa di MDD. Continua…
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