Le Immersioni in Corrente (ultima parte)

COME SI FORMANO LE CORRENTI

Per poter meglio affrontare ed organizzare un’immersione in corrente, è opportuno avere almeno una generica conoscenza di come prendono origine i complessi movimenti delle masse d’acqua.

LE CORRENTI SUPERFICIALI

I venti che soffiano in maniera costante sulle vaste distese aperte degli Oceani mettono in movimento le acque dello strato superficiale; un esempio classico è fornito dalle correnti dell’Oceano Indiano, dove soffiano, in direzione opposta a seconda del periodo dell’anno, il monsone estivo e quello invernale.

E’ facile constatare che quando i monsoni invertono la loro direzione, le correnti superficiali ne seguono l’andamento.

Un altro fattore a questo punto gioca però un ruolo fondamentale: la Forza di Coriolis. Infatti, a causa della rotazione del globo terrestre, le correnti oceaniche superficiali subiscono una deviazione: verso destra nell’emisfero settentrionale, assumendo così una configurazione detta a “senso orario”, e verso sinistra nell’emisfero meridionale (senso antiorario).

Questo genere di correnti ha notevole importanza per la navigazione. Non a caso, infatti, la prima carta della Corrente del Golfo, per merito di B. Franklin e del Capitano T. Folger, fu prodotta nel 1768 per un mero scopo pratico: ridurre i tempi di navigazione delle navi postali che collegavano Londra all’America Settentrionale.

Nel Mar Mediterraneo le correnti assumono configurazioni complesse, essendo interrotte e deviate dalla presenza delle numerose isole e penisole di cui è costellato. Dallo Stretto di Gibilterra, proveniente dall’oceano Atlantico, entra una corrente che si muove in direzione est, costeggiando l’Africa fino alla Turchia, dirigendosi poi verso ovest fino alla Spagna e diramandosi, cammin facendo, nei vari bacini (Baleari, Tirreno, Adriatico).

CORRENTI PROFONDE

La circolazione profonda invece è influenzata fondamentalmente dalla forza di gravità, essendo provocata dalle differenze di densità dell’acqua. La densità dipende a sua volta dalle variazioni di temperatura (le acque fredde sono più dense) e di salinità (anche le acque più salate risultano essere più dense).

Le circolazioni profonde vengono, infatti, definite termoaline dal greco thermos (caldo) e alos (sale) e non sono strettamente sovrapponibili a quelle superficiali.

CORRENTI DI MAREA

E’ questo il termine usato per indicare quell’imponente scorrimento orizzontale di acque che accompagna la salita e la discesa delle maree. La marea è un moto periodico di ampie masse d’acqua che si innalzano e abbassano con frequenza giornaliera o frazione di giorno a causa della combinazione di due fattori: l’attrazione gravitazionale esercitata sulla Terra dagli altri corpi celesti e la forza centrifuga dovuta alla rotazione del sistema Terra-Luna intorno al proprio centro di massa. Pur essendo note da secoli, le maree furono spiegate per la prima volta da Isaac Newton in base alla legge di gravitazione universale da lui formulata: sono, di fatto, conseguenti all’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna ed in minor misura, essendo di gran lunga più lontano, dal Sole sulle acque libere di muoversi degli oceani e dei mari.

Quando la marea sale, l’acqua scorre verso la costa, dando origine al “flusso di marea” e sommergendo le zone più basse della costa stessa; il “riflusso di marea” è lo scorrimento inverso. In questo caso un grosso elemento di complicazione è dato dalla forma e dimensione delle baie e dei bacini che possono interferire notevolmente con l’ampiezza della marea, tanto che, ad esempio, nel Mediterraneo si possono avere variazioni di 0.14 mt. nel Golfo del Tigullio (Genova) e di 0.90 mt. nell’Alto Adriatico, pur avendo queste due zone all’incirca la stessa latitudine.

Le maree inoltre possono dare origine a flussi molto violenti nelle baie, negli stretti ed in altre zone chiuse: nello Stretto di Messina, infatti, si riversano alternativamente masse di acqua dal Tirreno e dallo Ionio alla velocità di 7 Km./ora; l’inversione di marea provoca pericolosi vortici, resi famosi dal mito di Scilla e Cariddi.

Alle Maldive le maree sono causa di quegli imponenti flussi d’acqua che si riversano nelle “pass”, zone cioè in cui la barriera corallina si interrompe per tratti più o meno estesi ed in cui l’acqua può quindi incanalarsi nelle lagune determinando correnti a volte così impetuose che è impossibile resistervi, figurarsi poi tentare di nuotarci contro!

Per noi subacquei è di fondamentale importanza conoscere gli orari delle maree per poter scegliere il momento più appropriato ad immergersi sia per evitare correnti troppo forti, sia per poter godere di una miglior visibilità. In particolare, infatti, durante la stasi di alta marea la visibilità tende ad essere migliore poiché l’acqua di flusso è in genere più pulita e meno ricca di sedimenti rispetto a quella di riflusso.

LE CORRENTI LITORANEE

Le onde che giungono obliquamente rispetto alla linea costiera danno origine a correnti che scorrono parallelamente alla riva, entro la zona dei frangenti; in genere esse trasportano sedimenti e sabbia e raramente hanno velocità superiori ad un nodo. Sono da tener presenti nelle immersioni effettuate da riva e vanno attraversate obliquamente quando si deve rientrare, per poterle così superare senza eccessivi sforzi.

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About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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