Hanno tre paia di arti usati per camminare e una serie di appendici simili a pinne (pleopodi ). L’ultimo segmento addominale, detto “telson”, esibisce di solito segnali colorati (colorazione di avvertimento), mostrati per intimidire l’avversario. Tra le zampe toraciche, spicca un paio di potentissimi arti raptatori (per la cattura della preda), che hanno qualche somiglianza con gli arti della mantide religiosa. Tra le differenze, con la mantide religiosa, la velocità di esecuzione impressionante (l’estensione completa richiede a volte solo 3 millisecondi!), ed il fatto che l’arto raptatore degli stomatopodi colpisce con un movimento dal basso verso l’alto colpendo così la preda nella parte inferiore, dove pesci e crostacei sono più vulnerabili. In base alla forma degli arti raptatori, gli stomatopodi si dividono in “spaccatori” (smashers) ed “arpionatori” (spearers): i primi h anno un’espansione calcificata sulla zampa raptatoria, che usano per spaccare conchiglie dure, gasteropodi, granchi ed altri crostacei; gli arpionatori, invece, hanno una formidabile fila di spine ricurve, usate per infilzare prede dal corpo più molle, come pesci e gamberetti. La potenza del colpo di chela di uno “spaccatore” è stata paragonata alla forza dirompente di un proiettile sparato da una pistola di piccolo calibro.
La squilla arcobaleno fa parte degli “spaccatori”.
La specie è caratterizzata dal corpo coloratissimo. Presenta appendici toraciche subchelate che le servono per arpionare, stordire e frantumare la preda. La tecnica di cattura è l’agguato. Si ciba di pesci, molluschi, cnidari e altri crostacei. Vive su fondo sabbioso e detritico tra i 2 e i 70 mt. di profondità.
Molte specie scavano una galleria a U. Negli arpionatori, il maschio è quello che fuoriesce con il capo dalla galleria e che cattura le prede, che successivamente condivide con la femmina. Questa passa la maggior parte del tempo nella galleria, al riparo, concentrandosi nella produzione di uova che custodisce fino alla loro schiusa e dalle quali fuoriescono larve planctoniche.
L’occhio degli stomatopodi appare diviso in due emisferi da una fascia equatoriale, più o meno larga. È un occhio composto, come quello di tutti i crostacei costituito da moltissime (fino a 10.000) unità cilindriche ciascuna delle quali è un occhio funzionale (ommatidio). La forma dell’occhio consente una visione a 180°, anche se la massima acuità visiva si ha nella parte centrale. Gli ommatidi periferici sono utili per percepire i movimenti.
L’occhio suddiviso in due parti (o tre, contando la fascia centrale) dà all’animale due zone di massima acuità visiva in un solo occhio: un solo occhio ha già la visione binoculare, stereoscopica. Con due occhi la visione sarà tetra oculare (da 4 punti contemporaneamente), conferendo all’animale una straordinaria abilità nel valutare le distanze e nel coordinare movimenti velocissimi per colpire la preda.
In particolare negli arpionatori gli occhi sono cilindrici, il che probabilmente accentua la capacità di valutare le distanze.
Spesso nei filmati o nelle foto sono visibili macchie nere nell’occhio, che sembrano spostarsi velocemente: questa è la pseudo pupilla! Ciò avviene perché gli ommatidi che stanno guardando verso l’osservatore, colpiti da luce laterale appaiono neri, mentre gli altri, che riflettono la luce, appaiono colorati normalmente.
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