Immergersi alle varie profondità parte 2

Entro i 18 metri

Nell’immaginario collettivo la subacquea non ha del tutto perso la sua fama di sport adatto ai più audaci; tuttavia, nonostante le ataviche paure iniziali che affliggono praticamente tutti coloro che non sono mai andati sott’acqua, già al termine del primo “battesimo del mare” l’atteggiamento mentale della quasi totalità dei nuovi neo-sub cambia radicalmente: in breve ci si lascia alle spalle l’apprensione, che si tramuta in un senso di stupore e di soddisfatta meraviglia.

Andare sott’acqua non è mai sembrato così facile ed affascinante.

Ed ecco che effettivamente, a parte quei pochi che presentano particolari condizioni patologiche o che non riescono comunque a vincere la propria paura dell’acqua, chiunque può accedere ad un corso sub di qualsiasi didattica e riuscire a completarlo in tempi molto più brevi che in passato, ritrovandosi poi con un brevetto di base attestante la propria idoneità ad immergersi (purché entro i propri limiti) nelle acque di tutto il mondo.

Ormai quasi tutte le didattiche, tramite il Recreational Scuba Training Council, hanno stabilito e codificato un minimo di requisiti e di standard da far apprendere per poter considerare il corso concluso con successo e solo molto raramente (in genere per una quasi totale mancanza di acquaticità di base o per un inveterato timore dell’acqua) non si riesce ad acquisire in tempi abbastanza ristretti quella padronanza dell’attrezzatura e dei concetti essenziali che ci permetteranno di immergerci con tranquillità entro i 18 metri.

Entro questo limite, infatti, difficilmente si può andare incontro a gravi problemi, a meno di non immergersi in condizioni climatiche decisamente proibitive, come un mare molto mosso, forti correnti, scarsissima visibilità o freddo eccessivo.

In ogni caso, entro i 18 metri i rischi cui si può andare incontro in immersione sono piuttosto ridotti.

Innanzitutto in genere la scarsa profondità permette il passaggio della luce solare, quindi la zona è abbastanza luminosa e sicuramente meno fredda che in profondità, dove si può invece trovare un ambiente più cupo.

Entro i 18 metri, la maggior parte delle problematiche connesse con la respirazione di aria compressa o con l’aumento della pressione ambientale sono abbastanza irrilevanti, fatta eccezione ovviamente per i barotraumi che invece possono colpire più frequentemente proprio entro questa profondità per il maggior sbalzo pressorio cui si va incontro nei primi metri.

Sicuramente, invece, non si può incorrere nella narcosi d’azoto e anche se sono stati segnalati rarissimi casi di “effetto Martini” a basse profondità in soggetti che avevano assunto scopolamina (farmaco per prevenire il mal di mare), questi sono appunto decisamente specifici per questa particolare situazione ed estremamente inusuali.

Il rischio di malattia da decompressione (mdd) è praticamente nullo, in quanto è molto difficile entro questa profondità accumulare azoto al punto da oltrepassare i limiti di sicurezza nel corso di una normale immersione ricreativa.

Se controlliamo le tabelle, infatti, possiamo verificare che per quelle della U.S.Navy il tempo che possiamo trascorrere entro la curva a 18 mt. è di 60 minuti (50 se teniamo conto dei limiti verificati con il metodo Doppler) e di 56 min. se invece facciamo riferimento alle tabelle PADI per immersioni ricreative; questi sono tempi di fondo da calcolare partendo dal momento in cui effettuiamo la discesa al momento in cui si lascia il fondo per salire direttamente alla superficie (sono quindi esclusi la durata della risalita e i minuti trascorsi alla sosta di sicurezza).

Normalmente un’immersione ricreativa ha una durata totale media sui 50-60’quindi, tenendo conto del tempo impiegato per la discesa, del fatto che normalmente si effettuano immersioni multilivello (e cioè dalla massima profondità raggiunta ci si sposta man mano a profondità minori dove si trascorre buona parte del tempo) e che comunque alcuni minuti si sono ben spesi in una lenta risalita e nella sosta di sicurezza, ci si può facilmente rendere conto di come si rientri ampiamente entro i limiti.

I computer, in effetti, ci danno quasi sempre limiti di tempo un po’ inferiori rispetto alle tabelle e diversi a seconda del modello utilizzato, ma tengono poi conto anche delle variazioni di quota che effettuiamo nel corso dell’immersione.

Continua…

 

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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