ACQUA IN BOCCA!!! prima parte: Epidemiologia

Annegamento e pre-annegamento

Hilma Hoocker timone 2Sicuramente la paura più atavica che ciascun neofita della subacquea prova al momento del suo “battesimo del blu” è quella di non riuscire a ricevere aria nella quantità necessaria, nonostante le assicurazioni dei subacquei già più esperti, ma di ritrovarsi sommerso dall’acqua, impossibilitato a respirare; del resto, tale paura è ben comprensibile, dato che l’ambiente sommerso, salvo rare eccezioni, è stato fino a pochi decenni fa precluso all’essere umano.

In realtà, con l’uso corretto delle attrezzature oggi a nostra disposizione ed applicando le comuni regole per l’immersione in sicurezza, l’annegamento è un’evenienza estremamente rara nella pratica dell’attività subacquea con l’Autorespiratore ad Aria (ARA); un po’ diversa è la situazione, invece, quando si prendono in considerazione le attività acquatiche in generale.

L’annegamento viene definito come quel processo che porta alla morte avvenuta per immersione degli orifizi respiratori o dalla sommersione dell’intero corpo in un liquido, che esita in asfissia respiratoria determinata da aspirazione di liquidi nei polmoni e/o laringospasmo.

In base a tale definizione, si configurano due tipologie di annegamento: l’annegamento umido e quello secco. La sostanziale differenza tra i due processi sta nel fatto che nel primo caso, assai più comune, vi è presenza di acqua nei polmoni; nel secondo caso le vie aeree si occludono in seguito ad uno spasmo causato dalla presenza di acqua, il che provoca la morte per asfissia ma impedisce al liquido di penetrare nei polmoni. Si calcola che in una percentuale

compresa tra il 10 e il 20% si sia in presenza di un cosiddetto annegamento secco.

Alcuni dati epidemiologici

Si stima che ogni anno nel mondo muoiano per annegamento oltre 380.000 persone, il che colloca questo evento al terzo posto tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali e le cadute.

Gran parte di questi episodi si concentra in alcune zone, in particolare Africa, Asia del Pacifico occidentale e del Sud-Est asiatico ed Est europeo.

Negli USA gli annegamenti sono la seconda causa di morte al di sotto dei 14 anni (dopo gli incidenti stradali), e la prima per i bambini di età inferiore a 4 anni.

In Europa, ogni anno si verificano 28.000 annegamenti fatali, con un tasso medio pari a circa 35 morti ogni milione di abitanti/anno. I maschi presentano tassi di mortalità più di 4 volte e mezzo superiori alle femmine. Le aree maggiormente a rischio sono quelle dell’Est europeo, che presentano tassi 15-16 volte superiori a quelli dell’Italia. Per queste nazioni, certamente la temperatura fredda delle acque, l’elevato consumo di alcol e le difficoltà nell’approntare rapidi servizi di intervento sono tra i fattori che contribuiscono agli elevati tassi di mortalità.

In Italia,  secondo i dati diffusi dal Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità,  l’annegamento è un fenomeno a bassa incidenza ma ad elevata letalità. Su poco più di 800 eventi/anno, nella quasi metà dei casi il soggetto coinvolto muore (387 casi nel 2007) e nel restante 55% delle volte viene ricoverato. Si parla, in questi casi, di semi-annegamenti.

Le Aree a maggior  rischio

Bohol anneg.Da altri studi è emerso che gran parte di questi incidenti accade in acque dolci (fiumi, ruscelli, laghi, bacini artificiali), generalmente per una sinergia di cause: queste acque presentano, in effetti, una maggior pericolosità intrinseca dovuta alla possibile comparsa di improvvise correnti o di gorghi nonostante il loro ingannevole aspetto calmo, al freddo frequentemente associato, alla scarsa visibilità tipica questi luoghi, cui spesso si aggiungono una diffusa inadeguatezza delle misure di sicurezza locali, la mancanza di una supervisione istituzionale e la distanza dagli eventuali presidi sanitari.

Gli annegamenti in mare sembrano invece meno frequenti, sia grazie ad una maggior attenzione individuale verso il rischio di incidente (per antonomasia, infatti, il mare è il luogo dove l’annegamento, nell’immaginario collettivo, è più probabile che possa accadere), sia anche grazie ad una miglior assistenza dalla spiaggia affidata ad esperti bagnini, oltre che all’utilizzo di adeguate attrezzature qualora si pratichino lo snorkeling o altri sport acquatici.

Continua…

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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