10 BUONI MOTIVI PER UNA “BRUTTA” IMMERSIONE Parte I

Prima o poi può capitare a tutti i subacquei di uscire dall’acqua con la netta sensazione di non aver per niente apprezzato il tempo trascorso in immersione.

A volte anche un’immersione condotta nella più affascinante delle località può lasciare un’impressione alquanto sgradevole, quando ci si imbatte in un qualche fastidioso inconveniente che interferisce con quella sensazione di benessere che è condizione necessaria affinché si possa godere appieno delle bellezze del mondo sommerso.

I motivi che possono incidere sul nostro stato di benessere in immersione in genere non dipendono da problemi gravi e non inducono la comparsa di vere e proprie emergenze, ma sono piuttosto banali.

Alcune di queste seccature sono facilmente prevedibili e possono essere comodamente evitate….

1 Scarsa organizzazione dell’immersione

L’appoggiarsi ad una struttura organizzata che abbia un buon livello di programmazione gioca un ruolo decisamente favorevole.

Questo non significa soltanto il non doversi affaticare per il trasporto delle attrezzature o l’utilizzare un mezzo idoneo e confortevole per raggiungere il sito di immersione, ma anche e soprattutto la presenza di una guida esperta del luogo e della psicologia dei subacquei, che renda più facili e sicure tutte le varie fasi dell’immersione.

La presentazione di un adeguato briefing che illustri non solo le attrattive ma anche le eventuali problematiche correlate alla località in cui ci si sta per immergere, un’appropriata organizzazione dell’entrata in acqua e della discesa, l’impostazione di una andatura che permetta a tutti i partecipanti di stare al passo senza sforzo, la programmazione di brevi fermate durante il percorso con l’occasione di osservare un qualche interessante particolare che intanto permetta al gruppo di ricomporsi ed ai ritardatari di avvicinarsi, una certa attenzione per il consumo d’aria e per il rispetto dei limiti di tempo-profondità… sono tutte condizioni che rendono un’immersione quanto possibile priva di stress.

Ci è capitato spesso di ascoltare racconti di subacquei che si sono occasionalmente appoggiati a centri sub in cui la programmazione era un optional, che hanno accompagnato persone non molto esperte, o alla prima immersione della stagione, a profondità oltre i limiti o in condizioni disagevoli, senza un adeguato briefing né una valutazione del livello di esperienza e delle necessità del singolo subacqueo.

Anche nel “fai da te” è fondamentale una buona organizzazione pre-immersione, sia per rendere sufficientemente agevole il raggiungimento del percorso subacqueo sia, una volta in immersione, per essere in grado di ritornare al punto di uscita (riva o barca che sia).

2 Troppi sub

Molto spesso capita di imbattersi in diving che organizzano gruppi troppo numerosi.

Il ritrovarsi circondato da 15-20 sconosciuti sia fuori che soprattutto sott’acqua, identificato come uno dei tanti e quindi spersonalizzato, può risultare alquanto sgradevole, sia per il fatto di non sentirsi preso in considerazione con i propri limiti e le proprie esigenze, sia perché sott’acqua sarà facile ritrovarsi circondato non da colorati pescetti ma da una miriade di pinne e di bolle che impediranno un giusto relax nel mondo sommerso.

3 Un inadeguato sistema di coppia

Una delle prime regole della subacquea è “non immergerti mai da solo”, ma sarebbe più corretto affermare “immergiti con un buon compagno”.
E’ proprio il caso di dire “chi trova un buon compagno trova un tesoro”; i fortunati che si immergono spesso con la stessa persona con cui man mano hanno trovato un buon affiatamento sicuramente sono avvantaggiati nella possibilità di effettuare immersioni senza stress.
A volte, invece, l’attribuzione del compagno viene fatta a caso dalla guida del gruppo e pertanto ci si deve affidare ad una conoscenza occasionale, con più o meno esperienza di noi e con abitudini talvolta alquanto diverse.
Così può capitare di avere un compagno che non ci stia minimamente vicino e che si faccia gli affari suoi durante tutta l’immersione o al contrario, un subacqueo alle prime armi che non mantiene un buon assetto, che ci si avvicina troppo magari rifilandoci involontariamente qualche “pinnata”.
Purtroppo, in entrambi i casi, è inutile prendersela più di tanto. Certo non potrete modificare le abitudini inveterate di un subacqueo particolarmente “indipendente” e non abituato al sistema di coppia, né pretendere che un subacqueo diventi improvvisamente esperto… l’unica chance che resta è quella di portare pazienza durante l’immersione e avvisare la guida di voler cambiare compagno almeno nelle escursioni successive.

A volte, invece, l’attribuzione del compagno viene fatta a caso dalla guida del gruppo e pertanto ci si deve affidare ad una conoscenza occasionale, con più o meno esperienza di noi e con abitudini talvolta alquanto diverse.

Così può capitare di avere un compagno che non ci stia minimamente vicino e che si faccia gli affari suoi durante tutta l’immersione o al contrario, un subacqueo alle prime armi che non mantiene un buon assetto, che ci si avvicina troppo magari rifilandoci involontariamente qualche “pinnata”.

Purtroppo, in entrambi i casi, è inutile prendersela più di tanto. Certo non potrete modificare le abitudini inveterate di un subacqueo particolarmente “indipendente” e non abituato al sistema di coppia, né pretendere che un subacqueo diventi improvvisamente esperto… l’unica chance che resta è quella di portare pazienza durante l’immersione e avvisare la guida di voler cambiare compagno almeno nelle escursioni successive.

4 Orientamento

Finché ci si immerge con una guida esperta del luogo problemi non ve ne sono, a meno che questa non adotti una “velocità” in acqua non adeguata al resto del gruppo.

Capita, a volte, di imbattersi in una guida subacquea giovane e ben allenata che non tiene conto delle necessità (di foto e/o di età/allenamento) degli altri sub ed impone un “ritmo di marcia” superiore alle possibilità di uno o più partecipanti all’immersione.

In questi casi non è raro rimanere indietro e perdere di vista il gruppo.

Quando capita e ci si ritrova soli, è facile perdere l’orientamento e farsi prendere dall’ansia.

L’ansia, si sa, in acqua è una brutta bestia e provoca un aumento del consumo di aria.

Da qui a trasformare una bella immersione in una brutta esperienza il passo è breve…

5 Disagi con l’attrezzatura

Sappiamo tutti come l’attrezzatura, così importante in un’attività come la subacquea, giochi un ruolo fondamentale nel farci sentire a nostro agio in acqua.

Chi ha ben scelto tutte le componenti dell’equipaggiamento e si è ben abituato ad esse si troverà certamente avvantaggiato nel condurre un’immersione in pieno comfort.

Quando però l’attrezzatura è nuova o presa a noleggio e quindi non ben conosciuta, per quanto il suo funzionamento possa essere a livelli ottimali, può generare uno stato di disagio, soprattutto se neofiti, poiché magari non è proprio di misura giusta o semplicemente presenta i comandi (ad esempio quelli del GAV) in posizione diversa rispetto a quella cui si è abituati, per cui soprattutto nelle prime fasi dell’immersione ci si può sentire un po’ impacciati e non completamente a proprio agio.

Ben peggiore è la situazione in cui l’attrezzatura non è in buono stato di funzionamento o è decisamente inadeguata alle esigenze della persona o al tipo di immersione che si effettua.

Tutti sanno fin troppo bene come può essere fastidiosa una muta troppo stretta e come impedisca una corretta respirazione o viceversa troppo larga o sottile, che permetta di avvertire eccessivamente il freddo, un GAV troppo largo che impedisca al sub di mantenere la bombola nella giusta posizione o dei pulsanti di carico-scarico scomodi da utilizzare, delle pinne non di misura, troppo dure o troppo morbide che riducano le performances del pinneggiamento, una maschera che faccia acqua piuttosto che un erogatore che perde….

Senza per questo essere necessariamente causa di seri problemi, sicuramente un’attrezzatura poco idonea alle nostre personali necessità ci condizionerà durante l’immersione, magari solamente con un senso di disagio che però sarà sufficiente ad impedirci di godere appieno l’immersione in corso.

Continua…

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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