NITROX, ALCUNE NOTIZIE AL RIGUARDO Parte I

Le miscele Nitrox nascono dal concetto che poiché il pericolo maggiore per i sub è quello di andare incontro ad una MDD (Malattia Da Decompressione), la quale è provocata da un eccessivo numero di bolle di azoto nell’organismo, se si riduce la percentuale di azoto presente nella miscela respiratoria si riducono le probabilità di comparsa di MDD.

L’aria (o miscela normoossica) è composta da circa il 78% di azoto, il 21% di ossigeno e l’1% di gas rari. Il termine Nitrox andrebbe quindi riferito ad una miscela respiratoria contenente una percentuale di azoto (in inglese Nitrogen) superiore a quella normalmente presente nell’aria, mentre viceversa per le miscele respiratorie contenenti meno azoto e più ossigeno, come è in realtà il Nitrox, la definizione più corretta è quella di “Aria Arricchita”.

Nella pratica, invece, il nome Nitrox viene abitualmente riferito proprio a quest’ultima formula, essendo la dicitura abbreviata del termine inglese Enriched Air Nitrox (EAN) ed è entrato talmente nell’uso comune che anche noi, per semplicità, ci riferiremo ad essa utilizzando questo termine.

Contrariamente a quanto comunemente ritenuto, il Nitrox non è una scoperta recente, ma risale al lontano 1943, allorché un medico americano di nome Lambertsen propose l’impiego di miscele contenenti più ossigeno e meno azoto per ridurre gli obblighi decompressivi nelle immersioni poco profonde a carattere commerciale e militare.

Nei primi anni ‘70 il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), un importante ed autorevole istituto di ricerca americano, cominciò ad impiegarlo assiduamente nelle proprie immersioni a carattere scientifico e la vasta esperienza accumulata nel corso del tempo ha fatto sì che le metodiche di impiego applicate dal NOAA siano diventate poi gli standard delle linee guida per l’uso del Nitrox.

Attualmente vengono impiegati fondamentalmente due tipi di Nitrox cosiddetti “standard”:

L’EAN I, contenente il 32% di ossigeno ed il 68% di azoto;

L’EAN II, composto dal 36% di ossigeno e dal 64% di azoto;

In commercio vi sono numerosi computer subacquei in grado di elaborare profili di immersione per l’uso di miscele a percentuali fisse e/o variabili di ossigeno e azoto.

Nel corso delle immersioni ricreative il Nitrox, all’estero, viene impiegato sempre più frequentemente mentre in Italia, nonostante se ne parli molto, non è ancora molto diffuso.

Questo probabilmente è da attribuire sia a motivi culturali che ambientali (da noi le immersioni sono “storicamente” un po’ più profonde che altrove).

In ogni caso il Nitrox, con i suoi pro ed i suoi contro, ha una sua ben precisa e specifica collocazione nel variegato mondo della subacquea, potendo talvolta porsi come miscela d’elezione, anche se soltanto in determinate circostanze.

Continua…


About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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