Ma che freddo fa…

Temporale ad Halaveli, Atollo di Ari, Maldive
by Sergio Discepolo 2003

Ora che l’autunno ha ormai preso il posto dell’estate, per gli appassionati subacquei che non intendono interrompere le proprie attività è giunto il momento di fare i conti con la solita insidia che man mano, con l’avvento dell’inverno, si avvicina: il freddo.

Vero è che fino a novembre inoltrato la temperatura dell’acqua, nel Mediterraneo, generalmente è maggiore che in aprile, tuttavia non bisogna trascurare l’elemento “freddo” che, per chi non possiede una muta stagna, può diventare motivo di fastidio e di stress psicofisico.

Infatti, tra i fattori ambientali propri del mondo sommerso che sono in grado di influenzare direttamente le performance umane, la temperatura gioca un ruolo di primo piano.

Il contatto stesso del subacqueo con l’acqua fredda è di  per sé significativo: l’impatto del viso con l’acqua, tanto più se è fredda, determina un riflesso di

bradicardia (riduzione del numero dei battiti cardiaci al minuto) dell’ordine del 10-30%, fenomeno ancor più accentuato negli atleti; viceversa, l’effetto del freddo esercitato su tutta la superficie corporea induce vasocostrizione, aumento della pressione arteriosa e tachicardia (aumento della frequenza cardiaca).

In acqua la dispersione di calore risulta 25 volte maggiore che nell’aria e varia in funzione della conformazione corporea, cioè del rapporto tra superficie cutanea e massa totale del corpo.

Le donne hanno una superficie cutanea più ampia rispetto al proprio volume e quindi si raffreddano più velocemente rispetto agli uomini; lo stesso vale per i bambini e gli adulti di piccola taglia.

Saranno quindi proprio questi subacquei a necessitare di maggior protezione e dover usare qualche accorgimento in più, come l’aggiunta di un sottomuta o magari la scelta di un due pezzi da6.5 mm. foderato in metalite o in termoplush.

Il freddo è comunque un elemento che reca stress e disagio a tutti, aumenta il rischio di MDD (malattia da decompressione) e, se l’esposizione al freddo continua nonostante la comparsa dei primi brividi, può condurre ad ipotermia.

E’ stato dimostrato che, parallelamente alla riduzione della temperatura corporea, avviene una diminuzione della velocità di conduzione dello stimolo nervoso sia a livello del Sistema Nervoso Centrale che di quello Periferico e che, pur senza giungere fino a questi stadi, il freddo incide comunque sulla capacità muscolare, riducendo le performance motorie; a ciò vanno inoltre aggiunti una diminuita capacità decisionale, di concentrazione e di vigilanza.

Tromba d’aria – Maldive
by Sergio Discepolo 2003

Il freddo, in pratica, rende quindi anche più distratti, interferendo con i processi cognitivi ed influendo sulle capacità mnemoniche e di comunicazione dei soggetti.

Quante volte, dopo un po’ che ci si trova sott’acqua, è capitato di controllare i propri strumenti, soprattutto il computer che riporta sul display diversi numeri, e subito dopo accorgersi di non ricordare i dati appena guardati, oppure di ricordarne uno ma non magari proprio quello per il quale si era consultato lo strumento?

Questo conferma che anche il semplice stato di disagio che si prova quando si ha un po’ di freddo può aumentare la distrazione ed i tempi di reazione.

Il freddo, infine, è anche una di quelle condizioni in grado di incrementare il rischio di MDD.

Come risultato dalla legge di Henry, infatti, l’azoto diffonde maggiormente nei tessuti alle basse temperature, quindi il rischio di accumulare azoto in maggior quantità porta di conseguenza ad un aumento della probabilità di formazione di bolle nell’organismo.

Tutto ciò ci induce pertanto a considerare il freddo come un importante elemento da tenere in considerazione per le nostre immersioni invernali e che ci costringe o a proteggerci adeguatamente, magari con una muta stagna, o a programmare le uscite a profondità minori.

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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