Immergersi a varie profondità parte 2

A 40 metri

Corallium rubrum

I 40 metri vengono considerati da sempre il limite massimo di profondità per l’immersione ricreativa.
Nell’ambito delle immersioni ricreative non esistono brevetti che permettano di immergersi a profondità maggiori: per procedere oltre si passa alla cosiddetta “Subacquea Tecnica”, che rappresenta un modo diverso di affrontare la subacquea e le sue profondità.

Cosa cambia tra i 30 ed i 40 metri ed oltre?
A queste profondità la scarsità di luce e di colori, in combinazione con il freddo, rendono l’ambiente subacqueo meno confortevole.
Inoltre la narcosi d’azoto ormai incomincia a farsi sentire, con un certo qual rallentamento dei riflessi ed una riduzione della concentrazione.
Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è la densità dell’aria che respiriamo.
Anche se i moderni erogatori sono ormai tutti bilanciati, la densità dell’aria respirata a 40 mt. è tale che si determina un aumento dello sforzo inspiratorio.
In queste condizioni bastano una sensazione di disagio od uno sforzo fisico un po’ più accentuato per avvertire un po’ di affanno: provare la “mancanza d’aria” mentre si è così distanti dalla superficie è una sensazione molto sgradevole, che farà quanto meno desiderare di risalire velocemente a profondità minori.
Come conseguenza della pressione, a 40 metri il consumo d’aria è 5 volte maggiore rispetto alla superficie; anche con una respirazione tranquilla, la durata della bombola sarà dunque alquanto breve, e basterà un lieve affanno per determinare una rapida diminuzione dell’aria a disposizione.
Se quando ci si immerge entro i 30 mt. non è poi così facile andare fuori curva, in questo caso la possibilità di dover compiere vere e proprie tappe di decompressione diventa decisamente più frequente.
A 39 metri il tempo di non decompressione si aggira sui 9 minuti (da 5 a 13, a seconda del tipo di tabella o di computer utilizzato) quindi, a meno di fare un’immersione decisamente breve, è piuttosto facile ritrovarsi “fuori curva”.
Per potersi spingere a queste profondità, oltre ad necessitare di un ottimo assetto per poter rimanere entro il tetto delle tappe di decompressione, sarà indispensabile avere dei consumi di aria non eccessivi, in modo da averne a sufficienza per tutto il tempo necessario ad una corretta decompressione.
Per tutti questi motivi appare ragionevole che, per poter andare man mano più in profondità mantenendo invariato il livello di sicurezza, è doveroso possedere una certa preparazione tecnica ed una manifesta confidenza con l’ambiente subacqueo, requisiti che si acquisiscono soltanto con molta pratica.

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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