I Barotraumi e la Compensazione Parte III

Compensazione: “Le Grandi Manovre”

Come abbiamo già avuto modo di vedere, nel corso della risalita non è necessario compensare attivamente, poiché la compensazione avviene automaticamente, mentre invece è indispensabile preoccuparsene durante la discesa; ma la manovra di compensazione “attiva” può essere effettuata attraverso un gran numero di sistemi scoperti nel corso del tempo per puro caso o per ricerche e prove effettuate “sul campo”, cioè in presenza di sbalzi pressori anche non strettamente inerenti al mondo della subacquea.

Tra le tecniche più semplici ricordiamo quelle di sbadigliare ed inghiottire, muovere la mandibola ed oscillare la testa, ma esse possono essere impiegate solo da coloro che hanno le tube completamente pervie ed anatomicamente alquanto larghe, cioè da coloro che non hanno mai avuto problemi a compensare, mentre altrimenti difficilmente avrebbero successo e comunque non le consigliamo agli inesperti, perché offrono uno stretto margine di errore.

Così, un po’ per pura curiosità ed in parte anche per venire eventualmente incontro ai sub che abbiano problemi in tal senso, illustriamo di seguito alcune tra le più famose ed utilizzate tecniche di compensazione:

Antonio Valsalva, anatomista vissuto nel 1700, fu il primo a descrivere una tecnica di compensazione dell’orecchio medio; per effettuare questa manovra, molto semplice, intuitiva e sicuramente tra le più utilizzate, basta soffiare aria attraverso le narici strettamente serrate. Questa manovra, per quanto semplice, ha qualche controindicazione: se forzata e prolungata, questa tecnica può portare a congestione venosa dei tessuti circostanti le tube e può provocare un aumento della pressione intratoracica.

Marcante-Odaglia, dai nomi di Duilio Marcante, famoso pioniere della subacquea italiana e del medico Giorgio Odaglia, questa tecnica è però meglio conosciuta all’estero con il nome di Herman Frenzel (comandante della Luftwaffe nel corso della seconda guerra mondiale); fu descritta per la prima volta nel 1952 sulla Gazzetta dello Sport. Alquanto difficile da descrivere a parole, risulta solo un po’ più facile da eseguire: a narici chiuse in pratica bisogna utilizzare la base della lingua come un pistone per far confluire l’aria dalla gola verso le tube di Eustachio.

Esistono importanti differenze tra le due manovre: quella di Valsalva è sicuramente la più facile da imparare e da effettuare però la sua esecuzione può, se ripetuta con eccessiva intensità, provocare sovradistensione delle pareti alveolari e conseguenti lacerazioni del parenchima polmonare. La manovra di Marcante-Odaglia, anche se più complessa come esecuzione, non determina invece alcun aumento della pressione intrapolmonare per il fatto che l’aumento di pressione a livello delle cavità naso-faringeo-tubariche avviene per contrazione del velo palatino e della muscolatura del rinofaringe.

Joseph Toynbee, visse nel 1800 e fu il primo a descrivere il suono schioccante che si percepisce quando si sbadiglia e che è conseguente all’apertura delle tube; la sua tecnica consiste nel serrare le narici mentre si deglutisce. Ciò può risultare particolarmente difficile per i principianti, soprattutto mentre si respira l’aria secca proveniente dalle bombole ed oltretutto questa tecnica è sconsigliata in caso di discesa molto rapida in quanto non consente margine d’errore nel caso non si compensi al primo tentativo.

L’Apertura Volontaria delle Tube (BTV) è una tecnica sviluppata dalla Marina Francese nei primi anni ’50, difficile da descrivere come da eseguire: occorre contrarre i muscoli del palato molle mentre si impiegano i muscoli della gola per spingere le tube ad aprirsi; in pratica è molto simile a ciò che accade naturalmente al termine di uno sbadiglio, ma il produrlo volontariamente non è affatto facile, tant’è che solo il 30% circa di coloro che provano ad impiegarla risulta poi effettivamente in grado di attuarla.

Roydhouse Noel, medico sportivo in Nuova Zelanda, ha ideato una tecnica molto simile alla precedente, con l’aggiunta di indicazioni per contrarre correttamente e nel giusto ordine i muscoli della gola: occorre contrarre il muscolo elevatore del palato ed il muscolo tensore del palato per far sollevare l’ugola, successivamente bisogna tendere i muscoli della lingua per far aprire le tube.

Edmonds Carl, australiano, ha pensato di combinare sia la manovra di Valsalva che quella di Frenzel con movimenti laterali della mandibola per renderle più efficaci.

Lowry, infine, ha ideato un’altra tecnica combinata che consiste nel chiudere le narici, far pressione e deglutire contemporaneamente; per metterla in pratica occorre coordinazione ed esercizio, ma poi la manovra risulta molto efficace.

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About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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