Thresher shark (Alopidae volpinus)

Giorgio Giampieri 2012

Coi suoi 6 m di lunghezza, rappresenta la specie più grande fra le tre ascritte al genere Alopias: la metà della lunghezza totale, tuttavia, spetta alla parte superiore della caratteristica coda, che l’animale utilizza come scudiscio per stordire e sopraffare le prede. Molto diffuso nei mari tropicali, lo squalo volpe nuota spesso in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350 m. Lo si osserva meglio dall’imbarcazione o con un semplice snorkel in mare aperto. Normalmente non attacca l’uomo, ma se ferito e preso all’amo può dare poderosi colpi di coda.Il corpo è tozzo e siluriforme, con testa tozza e larga dal profilo dorsale convesso e munita di muso conico. Gli occhi sono di medie dimensioni, mentre la bocca è relativamente piccola e munita di una piccola scanalatura a ciascun lato : in essa trovano posto 20 file di denti nella mascella e 21 nella mandibola, i quali sono piccoli e presentano forma allungata con fine seghettatura sul margine e mancanza di cuspidi laterali.Le scaglie sono di tipo placoide, leggermente sovrapposte fra loro e molto piccole (0,21 mm di diametro). Gli archi branchiali sono 5, piuttosto piccoli e posti lateralmente sul corpo, quasi in posizione inferiore: gli ultimi due sono posizionati oltre l’attacco delle pinne pettorali.Queste ultime sono insolitamente lunghe e di aspetto falciforme, mentre le pinne pelviche sono quadrangolari e di piccole dimensioni. Di piccole dimensioni è anche la seconda pinna dorsale, mentre la prima è di medie dimensioni e si innesta con il margine anteriore in corrispondenza di quello posteriore delle pettorali. Ciò che colpisce di più in questo animale è tuttavia la pinna caudale, eterocerca nella sua parte superiore, che arriva ad essere lunga quanto il corpo e che a sua volta presentata un’espansione triangolare nella sua parte finale.Si tratta di grandi nuotatori solitari, che percorrono instancabilmente gli oceani alla ricerca di cibo: sebbene sia possibile osservarli in coppie o in gruppetti, tali assembramenti sono il più delle volte dovuti alla presenza di un’abbondante fonte di cibo nelle vicinanze. A volte questi squali possono essere osservati mentre si esibiscono in salti e acrobazie fuori dall’acqua, similmente a quanto osservabile in molti cetacei: si pensa che questo insolito comportamento abbia la stessa funzione del breaching di questi ultimi, oppure abbia un qualche ruolo nella lotta contro i parassiti.La quasi totalità (fino al 97%) della dieta dello squalo volpe è costituita da piccoli pesci ossei pelagici gregari, come aringhe, sgombri, aguglie, pesci serra e pesci lanterna. Di tanto in tanto essi si cibano anche di prede di maggiori dimensioni (come i sauri), così come di calamari e di altri invertebrati pelagici.


Gli squali volpe tendono ad essere abbastanza selettivi ed abitudinari per quanto riguarda le prede, concentrandosi su poche specie, ma divenendo più opportunisti nei periodi caldi, dovuti all’influenza di El Niño.Per cacciare le proprie prede, lo squalo volpe si serve della lunga coda per fendere l’acqua, compattando così i banchi e potendosi nutrire agevolmente attraversandoli senza farli disperdere: spesso quest’azione viene svolta in coppie o in piccoli gruppi, che tuttavia non sono precostituiti ma si incontrano casualmente sul luogo del banchetto.Si tratta di squali ovovivipari: la femmina dà alla luce un numero di piccoli che va da due a sette .L’accoppiamento avviene solitamente nei mesi estivi, dimodoché la femmina partorisca in un periodo favorevole dell’anno (marzo-giugno nelle popolazioni californiane, mesi estivi in quelle mediterranee, gennaio-maggio in quelle indo-pacifiche), mentre la femmina ritorna a nord per passare l’estate. Durante la gestazione (che dura circa nove mesi) gli embrioni praticano l’ovofagia, nutrendosi delle uova non fecondate che la madre periodicamente produce.Si tratta di una specie diffusa in tutti i mari temperati e subtropicali del mondo: nell’Atlantico lo si trova ad ovest dal Newfoundland alle Antille e in Brasile e Argentina, mentre ad est è diffuso dallo Skagerrak al Ghana. Nell’Oceano Indiano lo si trova dal Sudafrica all’Indonesia e nell’Oceano Pacifico lo squalo volpe è osservabile dal Giappone alla Nuova Zelanda a ovest e dalla Columbia Britannica al Cile ad est: è inoltre diffuso anche fra le varie isole del Pacifico, specialmente alle Hawaii. Lo squalo volpe è invece assente dal Mar Baltico, dal Mar Rosso e dal Golfo Persico, così come dalle acque circumpolari: lo si trova invece abbastanza di frequente nel Mediterraneo (specialmente nel Golfo del Leone), dove sembrerebbe essere stata addirittura identificata un’area di nursery lungo la costa spagnola[28], oltre che in almeno una parte del Mar Nero.Gli squali volpe mostrano un maggiore attaccamento alle acque costiere rispetto alle due specie congeneri, tenendosi generalmente a ridosso della piattaforma continentale e rivelandosi piuttosto difficili da osservare a più di 30 km dalla costa: i giovani individui addirittura eleggono a propria dimora le acque poco profonde, come baie e insenature, dove trovano riparo dai predatori.
Sebbene La maggior parte degli avvistamenti siano avvenuti nei pressi della superficie, sono stati ripresi squali volpe fino a profondità di 550 m e probabilmente questa specie può spingersi anche a profondità maggiori. Mentre durante il giorno rimangono a più di 100 m di profondità, durante le ore notturne gli squali volpe risalgono a profondità minori per trovare il cibo.A dispetto delle dimensioni abbastanza ragguardevoli, gli squali volpe non costituiscono un pericolo per l’uomo in quanto esso non è visto come potenziale fonte di cibo: si tratta di animali che ad ogni modo vanno avvicinati con cautela in quanto capaci di infliggere profonde ferite coi denti e di spezzare le ossa con la potente coda. Tale potenziale pericolosità viene però annullata dal fatto che questi squali si rivelino abbastanza timidi e risultino difficili da osservare per i subacquei.
Note tratte da Wikipedia

By Giorgio Giampieri 2012

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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4 Responses to Thresher shark (Alopidae volpinus)

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