Jet lag

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Tanzania, vista dall’oblò della’aereo

Stanchi e stremati dallo stress della vita quotidiana, dal freddo e dal grigiore del lungo inverno, chi non si ritrova a sognare di poter migrare in climi caldi e asciutti per poter godere il relax di una settimana o due in una delle tante agognate mete tropicali?
Quei fortunati che riescono a realizzare il proprio sogno salgono su di un aereo e, dopo numerose ore di volo attraverso diversi fusi orari, si ritrovano finalmente trasportati sotto un caldo sole, di fronte ad un bellissimo mare, ma spesso anche con la testa completamente confusa per la differenza di orario tra il luogo di partenza e quello di arrivo.

Questo è dovuto al cosiddetto “jet lag”, termine utilizzato per riassumere una serie di sintomi che affliggono coloro che compiono un lungo viaggio da est ad ovest o viceversa.
Il primo di questi sintomi riguarda i disturbi del sonno che spesso compaiono in seguito ai lunghi viaggi, cui conseguono un senso di affaticabilità, testa confusa, difficoltà di concentrazione ed irritabilità che possono perdurare anche per diversi giorni, tant’è che talvolta si fa appena in tempo a riadattarsi ai nuovi ritmi che già è giunta l’ora di ripartire per ritrovarsi con gli stessi problemi una volta tornati a casa ed al fuso orario primitivo.
Sintomi invece come secchezza delle congiuntive o dolori muscolari più o meno generalizzati non fanno prettamente parte dello jet lag, ma sono da riferirsi piuttosto all’ambiente aereo; il primo dovuto all’aria condizionata e quindi particolarmente secca, i secondi ai posti a sedere talvolta decisamente troppo stretti e scomodi ed alla necessità di dover rimanere costretti in posizione poco agevole per numerose ore.
Cause dello jet lag
Il motivo per cui compare il jet lag è sostanzialmente una modificazione del nostro normale ritmo circadiano, cioè di quell’insieme di “comandi” ritmici che si susseguono autonomamente nell’arco delle 24 ore e che presiedono non solo al ciclo sonno-veglia ma anche a numerose altre funzioni corporee attraverso secrezioni ormonali regolate da una ghiandola posta a livello cerebrale, la ghiandola pineale.
Sembra, infatti, che l’ormone da essa secreto, la melatonina, contribuisca alla regolazione del ritmo circadiano che ci indica, ad esempio, quando è il tempo di dormire e quando quello di svegliarsi.
Quando si vola attraverso vari fusi orari il nostro orologio interno tende ad andare in tilt, soprattutto se le distanze sono veramente notevoli; normalmente, infatti, quando si attraversano soltanto 3 fusi orari non si avvertono significativi cambiamenti, né incidono su questa sindrome i viaggi da nord a sud e viceversa per quanto lunghi o laboriosi essi possano essere.
jetlag 2Diverso, invece, è ad esempio ritrovarsi a Phuket alle 6 del mattino quando il nostro orologio interno è rimasto orientato sull’Italia a mezzanotte!
Secondo alcuni, il passaggio da est ad ovest è meno disagevole di quello da ovest ad est, ma non è una regola standard, come del resto alcuni individui risentono molto meno del jet lag di altri, come ad esempio i bambini o coloro che riescono a dormire ovunque ed in qualsiasi momento, mentre chi mantiene di norma abitudini ben codificate sembra risentire maggiormente questo disagio.
Come prevenire il jet lag
Molti dei consigli che si possono seguire per ridurre il disagio dovuto al cambiamento di fuso orario fanno semplicemente parte del comune buon senso:
• cercare di trascorrere una notte di buon sonno prima della partenza;
• prenotare un posto aereo vicino al finestrino o comunque in posizione tale da dover evitare di alzarsi spesso per permettere il passaggio di altre persone, così da non dover essere disturbati magari proprio quando stavamo per addormentarci;
• utilizzare le mascherine per coprire gli occhi e i tappi per le orecchie in modo da poter prendere sonno più facilmente durante il volo;
• evitare alcolici e caffeina;
• bere molto durante il volo per restare ben idratati (l’aria condizionata che si respira è molto secca, quindi è facile perdere liquidi attraverso la respirazione);
• muoversi o fare piccoli esercizi di stretching nei periodi di veglia;
• prendere sonniferi solo su consiglio medico.
Alcuni viaggiatori gradiscono assumere farmaci per poter dormire durante il volo, in modo da potersi riposare e trascorrere meno noiosamente il tempo di volo; non per tutti però è così, anzi, in alcuni casi l’uso di ipnoinducenti tende poi ad esacerbare i sintomi del jet lag all’arrivo.

Halaveli, Maldive

Halaveli, Maldive

Una volta giunti a destinazione, la cosa migliore da fare è cercare di adeguarsi quanto prima ai nuovi ritmi, assumendo cibo durante i nuovi orari canonici, evitando di dormire appena arrivati (a meno che non sia già sera inoltrata) ma attendendo pazientemente l’orario giusto per andare a dormire, in modo da cercare di riabituare quanto prima il proprio orologio interno a quello del luogo in cui ci si trova.
Il jet lag può dunque talvolta creare qualche piccolo disagio, ma visto che finalmente siamo in vacanza, non lasciamoci disturbare da queste piccolezze ed approfittiamo comunque della situazione per goderci al meglio una nuova località da vivere ed esplorare.

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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