UN NUOVO PESCE CHIAMATO SUB

Il Mare Nostrum, soprattutto dagli anni ‘60 in poi, ha dovuto subire soprusi di ogni genere, diventando ricettacolo di rifiuti urbani ed industriali.

Inoltre lo sviluppo scriteriato e non pianificato del turismo, la presenza delle navi cisterna con le loro scie di sostanze inquinanti, dal petrolio al materiale radioattivo, lo sfruttamento sistematico del patrimonio ittico, costituiscono minacce inquietanti per il futuro di questo mare.

Anche il diffondersi sott’acqua di una nuova specie, il subacqueo, può lasciare un segno nel mondo sommerso: è praticamente impossibile, per l’uomo, venire a contatto con la natura senza, in un modo o nell’altro, interagire con essa.

Coloro che hanno la possibilità di avventurarsi in questo ambiente così diverso da quello terrestre si trovano in una posizione privilegiata poiché permette loro di osservare dal vivo organismi dallo strano aspetto, dalle forme sorprendenti, che sembrano comportarsi in modo imprevedibile ed inaspettato.

Ma, come ogni privilegio, anche questa opportunità comporta una serie di responsabilità, tra le quali spiccano quelle di rispettare e preservare gli organismi acquatici e l’ambiente in cui essi vivono così che, anche se poco o nulla possiamo fare per cambiare le scelte economiche del mondo industriale, possiamo almeno imparare ad interagire con il mondo sommerso senza apportare, in prima persona, ulteriori danni.

Il primo piccolo passo consiste naturalmente nel prendere coscienza di come le nostre attività subacquee possano influire sulla vita e sulle abitudini di queste creature in quanto già il semplice stare sott’acqua ad osservare gli organismi marini può essere considerata di per sé un’interazione, sia pur minima e non sempre dannosa: il rumore del motore delle barche appoggio, quello delle nostre bolle o degli allarmi sonori dei nostri strumenti, le luci delle torce e dei flash, possono provocare un piccolo scompiglio su esseri apparentemente silenziosi, ma sicuramente estremamente consapevoli del loro ambiente come lo sono gli animali acquatici.

Alcune specie, in effetti, si abituano abbastanza facilmente alla presenza dell’uomo, anzi, talvolta appaiono addirittura incuriosite dai nostri colori e dai suoni che emettiamo; altri animali, invece, soprattutto i più mobili, possono lasciare la zona così repentinamente da non lasciarci nemmeno supporre la loro presenza sul posto, oppure, interrotti nelle loro attività di caccia o corteggiamento, modificano il loro usuale comportamento.

Quando un subacqueo si muove con calma, in armonia con l’ambiente, responsabile della propria presenza in questo mondo, sicuramente provocherà un impatto ambientale pressoché trascurabile; viceversa, quando non si mantiene un buon assetto ed un certo grado di attenzione e si urta con pinne ed attrezzatura la delicata struttura sommersa, ecco che coralli, spugne, gorgonie ed altri organismi, soprattutto i più piccoli, possono subire gravi danni, compromettendo, nel tempo, un intero ecosistema…

Continua…

About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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