REPETITA IUVANT? (Parte I)

Immersioni multiple e ripetitive: tabelle, computer, algoritmi, come regolarsi?

Quando il fisiologo scozzese J.S.Haldane, nel 1907, elaborò e pubblicò le prime schede di decompressione per le immersioni su commissione della Royal Navy, certamente non poteva immaginare che le sue teorie ed i suoi studi avrebbero costituito il fulcro di tutte le successive tabelle e degli algoritmi per la programmazione dei computer che tutt’oggi, ad oltre un secolo di distanza, regolano ancora le immersioni di una schiera ormai numerosissima di subacquei che si immergono in tutto il mondo, più volte al giorno e per più giorni consecutivi.

A quei tempi questa opportunità non poteva neanche essere presa in considerazione poiché la tecnologia non lo permetteva e la possibilità di immergersi era strettamente limitata a subacquei militari o comunque professionisti, i quali rimanevano ad una determinata profondità per tutto il tempo necessario a svolgere un ben preciso compito e, qualora non fosse stato loro possibile riuscire a terminare il lavoro assegnato nel tempo consentito, venivano semplicemente sostituiti da un altro subacqueo.

Solo dopo l’avvento dell’Auto-Respiratore ad Aria di Cousteau-Gagnan, negli anni ‘40, si cominciò a prendere in esame la possibilità di eseguire immersioni ripetitive e così, pochi anni più tardi, quandola U.S.Navy incaricò Des Granges di aggiornare le proprie tabelle, vennero introdotti i concetti di intervallo di superficie e di gruppi di appartenenza, aggiungendo alla tabella di base quella per le immersioni ripetitive.

Per l’elaborazione dei calcoli venne scelto come riferimento un ipotetico tessuto con un periodo di emisaturazione di 120 minuti.

Alla luce di studi successivi, oggi è noto che questo tessuto raggiungerebbe la sua saturazione solo dopo un’immersione svolta a 42 mt. per42’(o a 30 mt. per 65 minuti, oppure ancora a 15 mt. per168’) e quindi quasi certamente al di fuori dei limiti di qualsiasi subacqueo non alimentato con aria dalla superficie.

Queste tabelle quindi, visto lo scopo militare e/o professionale per le quali erano state ideate e concepite, non furono approfonditamente e sufficientemente testate per profili di immersioni ripetitive condotte per più giorni consecutivi.

In parole povere, non essendo state progettate per subacquei sportivi i quali abitualmente svolgono il maggior numero di immersioni a profondità variabili nell’arco di pochi giorni allo scopo di sfruttare al meglio una vacanza blu, queste tabelle non possono rispondere pienamente ad esigenze così diverse.

Analisi successive condotte con la collaborazione di diversi istituti, tra i quali il Diving Science & Technology Corporation, l’Istituto di Fisiologia e Medicina Applicate,la Duke Universityed il Divers Alert Network, diedero origine, nei più recenti anni ‘80, alle Tabelle PADI.

Questi studi si interessarono anche di questo nuovo aspetto della subacquea, potendo inoltre disporre di tutte le ultime innovazioni tecnologiche: l’uso di Personal Computer per l’elaborazione dei calcoli matematici, l’apparato Doppler per il controllo della formazione di bolle in soggetti umani e la camera iperbarica per le prove.

In effetti, proprio grazie all’analisi dei dati effettuata con il computer, si è potuto evidenziare che il tessuto maggiormente interessato in quasi tutti i profili di immersione senza decompressione risulta essere quello con un periodo di emisaturazione di 40 minuti e solo pochi profili specifici vengono invece controllati da quello con60’di emisaturazione.

In pratica, il tessuto da100’o, ancor più, quello da120’(che è alla base dei calcoli delle tabelle U.S.Navy) sono realisticamente ininfluenti nel contesto dell’immersione ricreativa.

Infatti il tessuto di riferimento più lento ad assorbire azoto, al punto da essere vicino alla saturazione in questo tipo di immersioni, è appunto quello da40’di emisaturazione, pertanto i calcoli per determinare il gruppo di appartenenza (azoto residuo) dopo gli intervalli di superficie dovrebbero basarsi su questo tempo o, volendo includere anche le immersioni più impegnative ma senza decompressione, su di un periodo di emisaturazione di60’, che è poi quello su cui si basano le tabelle PADI.

Questa scelta costituisce uno dei principali motivi per cui è possibile verificare la presenza di significative differenze tra le due tabelle più diffuse attualmente tra i subacquei (le U.S.Navy e le PADI) soprattutto quando si procede al calcolo del gruppo di appartenenza e dei limiti di non decompressione per l’immersione ripetitiva.

Negli ultimi anni l’avvento e la diffusione dei computer subacquei ha soppiantato le ormai poco flessibili tabelle, rendendo molto più semplice ed immediato l’accesso a tutti i dati che ci interessano per eseguire un’immersione ripetitiva, viste le enormi capacità di calcolo di questi strumenti; tuttavia ciascun computer si basa, per i propri calcoli, su algoritmi diversi e prende come riferimento tessuti con tempi di emisaturazione variabili rispetto a quelli già citati per le tabelle.

Tutto ciò determina informazioni non sovrapponibili tra subacquei che utilizzino strumenti differenti, siano essi tabelle o computer,  e questo può dare origine ad una serie di perplessità.

…continua


About Sergio Discepolo

Giornalista pubblicista, Underwater photographer, filmaker, freelance. Un passato (lontano) da Marketing Manager nel settore farmaceutico, poi una vita dedicata al mare o, meglio, il mare che mi ha fatto vivere la vita...

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